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Alpi Apuane
1.CANALE DI RENARA - LIZZA DELLA MONOROTAIA - FOCOLA DEL VENTO - CAVA
BAGNOLI - M.SELLA
Partenza: Canale di Renara (m. 270)
Arrivo: Canale di Renara (m. 270)
Dislivello: 1470 m. circa
Durata: 7 ore (andata 3 h 45', ritorno 3 h 15')
Difficoltà: escursionisti (Sconsigliato in caso di ghiaccio e/o
scarsa visibilità)
Descrizione: L'itinerario inizia dal Canale di Renara (m. 270), dove lasciamo
la macchina (nel punto in cui termina la strada asfaltata). Renara è
raggiungibile da Massa seguendo le indicazioni per Resceto, poi all'altezza
del piccolo e incassato abitato di Gronda, dobbiamo svoltare a destra
e seguire la strada asfaltata fino al punto in cui questa diventa sterrata.
Lasciata la macchina ci incamminiamo lungo la sterrata via marmifera (sentiero
CAI 162), circondati da vecchie cave abbandonate e saggi di cava. In breve
(15 minuti), raggiungiamo la località di Renara (vecchia baracca
in lamiera che ospita un gregge di pecore) dove il canale si biforca.
Continuiamo sulla marmifera ancora per pochi metri fino a che, sulla sinistra,
non incontriamo una vecchia costruzione. Qui dobbiamo svoltare a sinistra
(segnalazioni "Fosso del Chiasso" e "Canale di Pianel Soprano"),
abbandonando il 162 che ci condurrebbe a Casa Bonotti e quindi al Passo
del Vestito. Saliamo sul poggio vicino alla vecchia costruzione fino a
raggiungere l'inizio della lizza, che qui si presenta come uno stradello
cementificato.
Siamo ora nel Canale di Pianel Soprano che percorriamo sino ad arrivare
ad un'altra biforcazione (m. 546): a dritto andremmo nel Canale della
Buchetta, mentre alla nostra sinistra si apre l'incredibile Fosso del
Chiasso, dove ben visibile è l'ancora più incredibile tracciato
della lizza della monorotaia. Svoltiamo quindi a sinistra ed attraversiamo
il greto del torrente, imboccando il Fosso del Chiasso.Qui troviamo il
poggio caricatore della lizza; da qui inizia il binario che ci terrà
compagnia per buona parte della nostra escursione. All'inizio la pendenza
è contenuta e la lizza è in un precario stato di conservazione,
poi, man mano che ci addentriamo nell'orrido fosso, la pendenza aumenta
ed anche lo stato di conservazione della via di lizza migliora sensibilmente.
La salita è faticosa, le pendenze sono intorno all'80%, anche se
il procedere è facilitato dagli scalini (oltre 2000) che caratterizzano
questa via di lizza.Finalmente arriviamo all'uscita del Fosso del Chiasso,
dove dopo pochi metri, la lizza si biforca (non molto evidente). Siamo
a 1010 mslm. Qui abbandoniamo la lizza della monorotaia (che ci porterebbe
alle Cave Ronchieri, oggi raggiunte da una strada marmifera proveniente
da Arni) e svoltiamo decisamente a sinistra, puntando la torretta ENEL
- visibile in caso di assenza di nebbia - della Focola del Vento. Percorriamo
ora la lizza dei Bagnoli (poco visibile, percorso segnalato con sporadici
ometti di pietra) sino a raggiungere la cresta che scende dalla Focola
del Vento. Arrivati sulla cresta ci allacciamo al sentiero CAI 160 proveniente
dal Canale della Neve. In alcuni punti c'è una certa esposizione,
quindi dobbiamo procedere con cautela. Giungiamo finalmente alla Focola
del Vento (m.1358), dove è presente una vecchia centralina ENEL
che serviva per portare l'elettricità alla Cava Bagnoli; la oltrepassiamo
ed iniziamo a salire decisamente i prati sommitali del Sella. Qui la salita
si fa veramente ripida, il sentiero ricalca in parte quello di una ripidissima
lizza proveniente dalla Cava Bagnoli: sembra impossibile che gli uomini
riuscissero a trasportare blocchi di marmo di svariate tonnellate su queste
pendenze. Sono presenti anche numerosi piri in legno, ai quali venivano
legate le cariche di marmo. Sulla sinistra in basso ben visibile il bosco
della Selvarella, sovrastato dalle altissime Cave Cruze, alle quali arriva
una ripidissima via di lizza.Continuiamo la nostra salita per paleo e
roccette (seguire scrupolosamente il sentiero, soprattutto in caso di
scarsa visibilità), sempre con pendenza sostenuta, fino ad arrivare
alla Cava Bagnoli (m. 1609). Qui sono presenti blocchi di marmo perfettamente
squadrati, che sembrano attendere l'arrivo, da un momento all'altro, di
una compagnia di lizzatori che li accompagni a valle. Il sentiero 160
prosegue, sempre segnato, in un ripido impluvio che ci conduce alla cresta.
Da qui svoltando a destra possiamo raggiungere in pochi minuti e per ampia
cresta la vetta del Sella (m.1739).C'è da dire che mentre sulle
carte la vetta del Sella è segnalata a destra dell'uscita in cresta
(effettivamente questa sembra la più alta), sul sentiero la vetta
è indicata a sinistra. In occasione della nostra escursione abbiamo
raggiunto entrambe le vette collegate dalla linea di cresta percorribile
in 5 minuti (prestare un minimo di attenzione se ci si reca sulla vetta
di sinistra, perché in questo punto la cresta, pur non presentando
particolari difficoltà, non è molto larga). Mentre sulla
vetta di destra (sud) è presente un piccolo cippo in legno con
la scritta "M.Sella m.1739", il quaderno di vetta è sulla
cima di sinistra (nord).Dal Sella il panorama è stupendo su tutte
le Apuane settentrionali: fanno bella mostra di sé "Sua Maestà"
la Tambura, il Sagro, il Grondilice, il Contrario, il Passo della Focolaccia
ed il Cavallo. Ad est il panorama si apre sull'Appennino, mentre a sud
il Sumbra, il Fiocca, le Panie e l'Altissimo dominano il paesaggio. Visibili
anche l'Eremo di San Viviano, proprio sotto il Roccandagia, il lago di
Vagli e la Valle Arnetola con l'enorme ravaneto provocato dalle cave poste
sotto il M.Pallerina.Dato il carattere parecchio dirupato della zona,
consigliamo di percorrere lo stesso itinerario anche al ritorno, facendo
attenzione nei punti più ripidi (molta attenzione nella discesa
del Fosso del Chiasso).
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